Il riverbero nel mix
Il riverbero nel mix
Sono molti gli strumenti che un buon fonico può utilizzare per raggiungere un buon risultato in fase di mix, uno di questi senz’altro è il riverbero.
Cos’è il riverbero?
Bene. Ognuno di noi ha una conoscenza diretta del riverbero, poichè essendo un fenomeno acustico generato dalla riflessione dell’onda sonora con un determinato ostacolo è causa di ciò che ascoltiamo ogni giorno.
Cantare in bagno o in sala prove non genera infatti lo stesso risultato anche se la sorgente pura è la medesima.
Un suono riverberato acusticamente è composto essenzialmente da tre parti: Suono diretto, prime riflessioni, e coda.
Fra i 30ms e 60ms l’orecchio umano lo percepisce come riverbero, a distanze di ritardo maggiori comincia ad essere percepito come delay.
Fin quì nulla di nuovo. Cerchiamo di fare un po’ di ordine, che tipi di riverbero esistono? Sostanzialmente possiamo raggrupparli in quattro tipologie: Acustici , elettro-meccanici, digitali hardware o software.
– Acustico:
Questo tipo di riverbero è quello che ci troveremo in fase di ripresa acustica, ogni “stanza” ha un tempo di riverberazione diverso e su questo deve partire un ragionamento di tipo correttivo o perchè no di enfasi.
Molti studi di registrazione dalla metà degli anni ’40 fino alle fine degli anni ’50 utilizzavano enormi stanze in cemento o bagni per riprodurre la traccia e catturarne un riverbero naturale attraverso microfoni da aggiungere poi al mix. L’inventore di questa tecnica (Echo Room) fu Robert Fine.
Partendo dal concetto che lavorare con una ripresa acustica già riverberata può essere problematico in fase di mix, il riverbero si può sempre aggiungere ma mai togliere, spesso di preferisce acquisire un suono “dry” con pochissima stanza per poi poterlo lavorare in mix, è una scelta artistica e secondo me non esiste una migliore e una peggiore.
Per quanto mi riguarda una buona ripresa di batteria(esempio valido anche per tutti gli strumenti) necessità di una bella stanza, a volte il risultato può essere veramente soddisfacente anche con pochi microfoni piazzati bene nello spazio.
Se come abbiamo detto in precedenza il riverbero è generato dal suono che impatta in uno o più ostacoli allora le soluzioni di correttive sono due:
1)avvicinare alla fonte il microfono per isolare il più possibile la fonte sonora dalla stanza.
2)modificare la stanza con pannelli piramidali o elementi fonoassorbenti meno tecnici ( tappeti , divani, cuscini, lenzuola ).
Un buon mix di entrambi e un po’ di ingegno sicuramente vi porterà ad un risultato accettabile.
– Elettro-meccanici:
Il primo riverbero elettromeccanico fu il “Plate“, un enorme macchinario ( più di 200 kg) che sfruttava un trasduttore su piastra che la induceva in vibrazione, ed uno o due pickup elettromagnetici per catturarne
il suono.
Poi venne il Riverbero a molla , molto più piccolo e trasportabile , ad oggi ancora utilizzato in unità mobili o in amplificatori per chitarra!
Il suono è molto caratteristico, e molta musica anni 50 ha un sound caratterizzato da questo riverbero.
Poi fu la volta dello spring reverb, evoluzione a molla del precedente.
Seguirono riverberi ibridi a nastro come quelli prodotti dalla Roland.
Questi tipi di riverbero sono sicuramente meno versatili dei moderni riverberi digitali ma molto caratteristici.
– Digitali:
Il primo riverbero digitale risale agli anni 70‘ EMT 240 , successivamente vi furono produzioni di ogni tipo di riverbero digitale più o meno costose o di successo.
Lexicon, Roland, Yamaha hanno prodotto senz’altro i riverberi più utilizzati in studio.
Sicuramente i più utilizzati in studio.
Ogni produttore ha i suo parametri speciali ma essenzialmente i più comuni sono : Pre-delay , Size , Diffusione , Dumping, Wet/dry, Time o Decay.
I vari preset sono combinazioni dei precedenti parametri.
Pre-delay: Tempo fra suono diretto e riflessioni.
Size: Dimensione della “stanza” con conseguente cambiamento delle riflessioni.
Dumping: Quantitativo di riflessione in frequenze ( basse, medie o alte )
Diffusione: Gestione della coda del riverbero tramite la simulazione di una stanza più o meno assorbente.
Time: tempo di decadimento del riverbero, dall’inizio al silenzio, maggiore è il parametro di time e maggiore sarà la coda con conseguente percezione di una stanza molto grande o molto riflettente.
Un tipo di riverbero digitale più particolare e sicuramente molto apprezzato in campo audio è quello a “convoluzione“.
Se spesso un riverbero digitale può darci la sensazione di un qualcosa di finto e artificiale , un riverbero a convoluzione tenta di riprodurre una realistica risposta di diverse stanze.
Il processore a convoluzione utilizza dei parametri generati da impulsi in una determinata stanza , il risultato processato è simile a quello che avrebbe generato quel suono in quella stanza.
E’ un riverbero molto avanzato che utilizza campionamenti di stanze reali.
Spero che questa breve guida possa esservi di aiuto nella scelta del giusto riverbero nel vostro mix.
Grazie,
Tin Pan Alley
Studio di registrazione a Roma
info@tparecords.com
www.tparecords.com